Nel corso delle nostre visite ci siamo imbattuti spesso in vini bianchi macerati e ne abbiamo apprezzato, tanto, il loro lato alternativo e coraggioso. Tanto che ne abbiamo inserito uno nel nostro E-commerce. Ma di cosa si tratta? Perché sono così particolari?
Cos’è e come avviene la macerazione?
Comunemente la macerazione è una tecnica enologica riservata ai vini rossi, in realtà, sempre più aziende, la utilizzano anche per i vini bianchi. Ma di cosa si tratta? Si tratta del processo, successivo alla pressatura, con cui si consente il contatto tra le bucce e il mosto rilasciando; in questo modo le bucce rilasciano gran parte del loro colore e dei profumi e aromi tipici dell’uvaggio.
L’uva vendemmiata viene diraspata e pigiata delicatamente, senza rompere la buccia, in modo tale da permettere il contatto tra il succo e le bucce, le quali vengono inserite nella vasca di macerazione, solitamente a temperatura costante.
La macerazione, detta tecnicamente macerazione pellicolare, infatti, è piuttosto sensibile alla temperatura, al tipo di vasca, alle condizioni dell’uva. La macerazione avviene in opportune vasche che possono variare a seconda del materiale. La durata della macerazione in queste condizioni può protrarsi per 12-20 ore a una temperatura di 10-15°, ma in realtà esistono azienda che la protraggono per mesi se non anni.
Quali sono le caratteristiche dei bianchi macerati?
La macerazione pellicolare applicata alle uve bianche cambia totalmente il volto di un vino. A partire dal colore: le bucce, infatti, rilasciano gli antociani, i quali conferiscono una maggior colorazione al mosto. Le sfumature sono varie, si va dal giallo dorato, all’ambrato fino ad arrivare ad un aranciato; i vini con quest’ultima colorazione vengono detti “Orange wines”.
Allo stesso modo mutano profumi e aromi, i quali acquistano più intensità e complessità. Infine, la lunga macerazione sulle bucce permette anche l’estrazione dei tannini (nelle uve bianche sono i minima parte) che solitamente in un vino bianco non sono presenti (i bianchi derivano dalla fermentazione del solo succo d’uva): questo fattore è certamente singolare e modifica notevolmente la struttura del vino.
Una breve o lunga macerazione delle bucce arricchisce il mosto di sostanze aromatiche e questo origina vini molto caratterizzati, ricchi di profumo, di grande qualità e di colore intenso. I sentori varietali si placano sensibilmente rendendo complicato stabilire il/i vitigno/i d’origine. Il bouquet che si crea rimanda ad aromi terziari come la frutta matura e le spezie.
Oggi i vini macerati si producono più o meno in tutta Italia, anche se la zona del Collio goriziano rimane quella più vocata. In realtà, l’origine di questi vini è antichissima, pare, infatti, che questa tecnica di vinificazione risalga all’Antichità nella zona del Caucaso, ossia nell’area dove la vitis vinifera ha iniziato ad essere coltivata per fare il vino. La reintroduzione e la modernizzazione di questa tecnica, però la si deve a Josko Gravner, il quale in Georgia reintroduce la macerazione sulle bucce in anfore di terracotta.
Certamente si tratta di vini particolari, non comuni e che quindi possono trovare riscontro favorevole o meno a seconda dei gusti; vero è che alle spalle vi è una storia e una ricerca che rendono questi vini assolutamente da provare almeno una volta.
A proposito di questo, nelle nostre diverse visite, ne abbiamo assaggiati due che ci hanno colpito in particolare: l’ “Arusnati” della azienda Antica Valpolicella e l’ ”Anteprima Tonda” dell’azienda Antonelli San Marco.
Quest’ultimo lo puoi trovare nel nostro e-shop. Se vuoi sperimentare in prima persona la degustazione di un vino bianco macerato, la box qui sotto è quella giusta per te!
Che ne pensi dei vini bianchi macerati? Commenta qui sotto o sui social con #amantidivino
[thrive_leads id=’6548′]