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Alla scoperta della cantina Antica Valpolicella

Una cantina in Valpolicella da visitare: Antica Valpolicella.

Per questa visita siamo andati nel territorio della Valpolicella, situato nella regione Veneto, a nord-ovest di Verona. La Valpolicella è composta da otto comuni e noi siamo stati ospitati dalla cantina ANTICA VALPOLICELLA in località Fumane.

Dopo un passaggio in macchina in diverse strette vie affacciate sulle campagne, veniamo accolti in azienda da Nicolò e Ragù, il suo cane da pastore di Beauce.

Ci troviamo all’interno di una vallata molto particolare, una vallata stretta ma ben ventilata che scopriremo essere fondamentale per la crescita e la maturazione delle uve.

Il casolare che ospita il terreno è stato comprato nel 1981 dal nonno di Nicolò, il quale, appassionato della campagna, decide di comprare la tenuta per un totale di 3 ettari e di costruire nel 1996 una piccola cantina per dare libero sfogo al suo hobby, il vino appunto.

Nel 2011, Nicolò decide di avviare la sua azienda e di produrre il vino tipico della zona, il Valpolicella.

Il Valpolicella si produce utilizzando varietà autoctone del territorio, principalmente Corvina e Corvinone. Il padrone di casa ci porta a fare un giro nei vigneti e ci fa notare che il loro metodo, oltre ad essere completamente naturale, prevede di legare pochi capi a frutto per pianta, hanno infatti pergole doppie e hanno quindi un capo a frutto per lato ognuno dei quali produce circa sette gemme per capo frutta. Questa tipologia di uva non produce il grappolo nelle prime due gemme, quindi hanno circa otto gemme produttrici di grappoli. Questo ha permesso loro di avere una resa per ettaro molto bassa che ha portato una maggior concentrazione di polifenoli e tannini dando più complessità al vino.

Questa maggior concentrazione è fondamentale per portare avanti il loro progetto. Infatti tra i vini prodotti c’è il Valpolicella base, un valpolicella classico prodotto da uve fresche senza l’utilizzo dell’appassimento.

L’appassimento dell’uva è molto diffuso in questa zona  in quanto in principio le uve autoctone erano uve povere e l’appassimento consentiva di concentrare meglio tutti gli aromi necessari.

Queste rese per ettaro molto basse mirano ad ottenere questa concentrazione senza utilizzare l’appassimento e produrre tipologie di vino altre rispetto al solo Amarone, considerato uno dei vini veronesi più pregiati.

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L’azienda produce inoltre un Valpolicella Superiore, vino ottenuto da un leggero appassimento, un mese precisamente, durante il quale si ha una perdita di circa il 10% del peso e concentrazioni zuccherine maggiori che alzano il grado alcolico (a seconda dell’appassimento).

Per alcune annate viene prodotto anche l’Amarone, vengono selezionate le annate migliori in cui produrlo per non disperdere troppo la produzione considerando la quantità ridotta della vigna.

Infine, viene prodotto anche un vino bianco che deriva per il 70% dalla garganega, il vitigno a bacca bianca più importante in zona. La modalità di produzione è simile a quella di un rosso, un vino originale prodotto dalla macerazione delle bucce.

Il metodo della vendemmia è determinato dall’artigianalità dell’azienda, caratteristica importante e centrale nella visione del proprietario. E’ essenzialmente una vendemmia molto laboriosa poiché, considerando gli ettari dell’azienda, deve essere di grande qualità.

Si entra in campo selezionando le uve più adatte all’appassimento, cioè quella più spargola. Per l’appassimento è necessario che ci sia un’acidità totale all’interno dell’acino, mentre si aspetta del tempo per raccogliere il restante quantitativo di uva che servirà per produrre il Valpolicella base per il quale è invece necessaria una maturazione completa della parte polifenolica dell’acino.

Abbandoniamo il nostro fido compagno Ragù ed entriamo in cantina con Nicolò che ci propone una degustazione del tutto inaspettata: degustiamo il vino direttamente dalle botti!

Per noi è stata la prima volta, sarà un bellissimo ricordo e per questo ringraziamo il padrone di casa, il quale ci illustra tutte le caratteristiche dei suoi prodotti e ci accompagna a scoprirne i vari tratti.

Partiamo con un Valpolicella base classico 2017 (foto con valpolicella classico 2015)

Inizialmente il valpolicella base veniva prodotto con un periodo di macerazione molto basso, di 5/6 giorni, successivamente la fermentazione veniva completata togliendo le bucce. Con il valpolicella base del 2015 si è voluto sperimentare e si è deciso di terminare la fermentazione a contatto con le bucce. Questo ha permesso di estrarre più sostanze creando un vino che nell’immediato ha bisogno di più di tempo per essere gustato ma ha migliorato il suo atteggiamento nel lungo periodo, rendendolo un vino più longevo.

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Passiamo a un Valpolicella superiore da leggero appassimento. 

La solforosa all’interno di questo vino è molto bassa, siamo intorno ai 20 mg perché il vino ha subito un solo travaso. Per la realizzazione di questo prodotto c’è stato un appassimento di circa un mese, una perdita del 10% di acqua e questo porta a un tenore zuccherino e una gradazione alcolica maggiore. Il vino ha un corpo più definito del precedente ma la beva rimane facile.

Assaggiamo per ultimo un bicchiere atto ad Amarone. 

E’ ancora un amarone molto giovane, non ha neanche un anno di vita. Anche in questo prodotto viene riproposta la stessa logica degli altri, fermentazione spontanea senza nessuna lavorazione chimica.

Nicolò non vuole smettere di stupirci e ci propone l’assaggio di un bicchiere di vino bianco e uno di rosso dei nuovi, anno 2018, che hanno appena finito di fermentare.

Solo successivamente ci approcciamo alla degustazione di due vini molto particolari in bottiglia, il vino bianco ARUSNATI e il VIN DEL LEO.

Per quanto riguarda il vino bianco, è un prodotto molto originale realizzato secondo il metodo antico, ovvero il metodo della macerazione. Il colore molto acceso dato dalle bucce è un colore che non è del tutto limpido in quanto è un vino non filtrato.

E’ un prodotto senza mezze misure, un vino che si odia o si ama. Sicuramente è un prodotto molto particolare, come è la sua etichetta che riprende una statuetta degli Arusnati, gli antichi abitanti di questi luoghi.

Il vin del leo invece è un vino rosso, prodotto da una parte di vigneto IGT (ora diventato DOC). Gli uvaggi sono gli stessi di quelli usati per produrre il Valpolicella, ciò che cambia è la fermentazione. Qui è completamente realizzata con le bucce, si ha quindi una macerazione più lunga e un vino di colore rosso più scuro con una complessità e un’intensità maggiore. Troviamo un gusto finale ferroso dovuto al passaggio in cemento. Nonostante la lunga macerazione è un vino non opulente, un vino dalla beva facile nonostante il frutto si senta in modo meno rotondo del Valpolicella base.

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La giornata con Nicolò ci ha fatto capire quanto sia importante riprendere metodologie più classiche sfruttando comunque tutte le innovazioni dei nostri tempi, e quanto sia importante nel mondo del vino avere due caratteristiche fondamentali: la pazienza e la cura.

Solo la pazienza farà aprire i profumi di una bottiglia di vino nel suo modo più completo e solo la pazienza ti permetterà di riconoscere le diversità di ogni vino nel tempo. La cura, perché per produrre un buon prodotto significa anche esserne innamorati e averne rispetto, rispetto per ogni fase e ogni lavorazione.

Per concludere, ricordiamo che per prenotare una visita in cantina da Nicolò è necessario chiamare e mettersi d’accordo con lui, ma c’è anche un curioso punto vendita della cantina che si trova in piazza delle Erbe, in centro a Verona, aperto su prenotazione, in cui si può prendere parte a bellissimi eventi legati al vino.

Alcune informazioni utili per gli amantidivino ed enoturisti

  • Luogo: Fumane (VR)
  • Tipologia vini: Valpolicella Classico e Superiore, Amarone (alcuni anni)
  • Degustazione: in cantina
  • Cucina: no
  • Shop: nel punto vendita in Piazza delle erbe a Verona
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