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L’importanza del packaging del vino

Il packaging nel mondo del vino è un elemento fondamentale poiché è in grado di influenzare le vendite di una determinata bottiglia. Il successo di tanti vini risiede certamente nella qualità del prodotto, ma anche nella comunicazione efficace e un packaging accattivante.

Oggi, acquistare un vino esclusivamente per il suo contenuto è una pratica (nel bene o nel male) poco gettonata. Sono pochi i cosiddetti esperti del settore che decidono di acquistare il prodotto in base alle caratteristiche tecniche, all’uvaggio, al metodo di vinificazione, ecc.  

Gran parte delle persone, invece, molto spesso si avvicinano ad una bottiglia ancora sconosciuta proprio perché attratta dal packaging esterno.

Il packaging di una bottiglia di vino sul piano del marketing è un aspetto da tenere in alta considerazione perché consente di attirare nuovi potenziali clienti.

Il mercato del vino vede al suo interno centinaia di migliaia di tipologie di vino e dunque altrettanti packaging diversi; tante aziende, infatti, stanno cercando di personalizzare sempre più le loro bottiglie al fine di differenziarsi dalla massa.

Quando si parla di personalizzazione del packaging di un vino sono almeno 3 gli elementi che un’azienda può rendere unici. 

La bottiglia, l’etichetta e la confezione.

I tre elementi del packaging del vino

1- La bottiglia

Esistono 4 tipologie di bottiglie più diffuse: 

– la Renana: utilizzata per i vini bianchi e rosati, dalla forma stretta e allungata e con il  fondo piatto. 

La Bordolese: spesso utilizzata nei rossi, ha forma cilindrica con spalla alta e fondo convesso.

– La Borgognotta: utilizzata sia nei vini bianchi che nei rossi, ha forma leggermente conica e fondo convesso

La Champagnotta: è la tipica bottiglia per gli spumanti, realizzata in vetro spesso in quanto deve sostenere alla pressione di 10-12 bar. L’imboccatura  del collo è adatta per il tappo a corona e per la gabbietta.

Queste sono le classiche, quelle che gli esperti hanno definito come forme migliori per determinati vini. Negli ultimi anni, però, alcune aziende stanno sperimentando nuove tipologie di bottiglie. Differenti dalle classiche, non solo per la forma, ma anche per il colore e la dimensione.

Un esempio vincente, a proposito, è senza dubbio quello dell’azienda Ferghettina sita in Franciacorta, la quale ha studiato una bottiglia con il fondo quadrato: questa forma fa sì che i vini durante l’affinamento sui lieviti possono beneficiare di una superficie di contatto vino-lievito due volte e mezza superiore a quello di una bottiglia tonda.  

Ad una miglioria qualitativa si lega una caratteristica estetica che rende i vini dell’azienda riconoscibili, a apprezzati, in tutta Italia. 

bottiglia_ferghettina

2- L’etichetta

L’etichetta di un vino, prima di tutto ha valore legislativo; il suo fine principale, infatti, è quello di comunicare informazioni fondamentali in fase di acquisto. Infatti, per un consumatore attento è molto importante saper come leggere un’etichetta.

Detto ciò, per la maggior parte dei consumatori, l’etichetta ha un valore estetico e attrattivo.

Per questo motivo, Il mercato delle etichette vino moderne è in continua evoluzione ed espansione. Un’etichetta vino particolare, accattivante, ben curata può invogliare il consumatore ad acquistare la bottiglia, spesso a prescindere dal prodotto che vi è dentro. Certo, non è una regola scientifica, ma ci sono fior fior di studi che studiano il comportamento dei consumatori nell’approccio all’acquisto e l’importanza dell’utilizzo di colori, forme, frasi influisce prepotentemente nelle modalità di consumo.

Negli ultimi tempi anche le etichette si sono evolute, diventando smart, intelligenti, capaci di contenere e rendere fruibili ulteriori informazioni preziose, sia per il consumatore (es.informazione, sull’azienda, sul territorio ecc.) che per lo stesso produttore che, grazie all’attività del consumatore, può ricevere feedback importanti (es. informazioni riguardo la geolocalizzazione). 

Basandosi sul presupposto che molti consumatori fondano la loro scelta di acquisto sull’impatto visivo, per un’azienda è commercialmente intelligente studiare uno specifico design della propria etichetta (etichetta vino design).

Nello studio diventa fondamentale la scelta del colore, lo stile, la forma, il carattere, la storia che si vuole raccontare. Rispetto a quest’ultimo punto, molto interessante la tecnologia blockchain che alla base del progetto Quality Chain

Una cantina che ha spostato questa nuova frontiera è la cantina Lefiole.

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3- La confezione

I materiali più utilizzati, per le confezioni, sono senza dubbio legno e cartone. In particolare il legno perché oltre a proteggere meglio la bottiglia trasferisce quella sensazione di qualità e naturalezza.

Negli ultimi periodi, però, sempre più aziende sono alla ricerca di nuovi involucri ultraleggeri che si differenzino per l’ecosostenibilità.

Una tendenza che sicuramente non fa molto piacere ai tradizionalisti, ma che per il vino sfuso è sempre più diffusa, è quella della BIB o bag in box, cioè un sacchetto che contiene il liquido a sua volta chiuso in una scatola. Questo sistema permette la conservazione ottimale del vino con un sistema di aspirazione dell’aria interna. In più ha possibilità di raccontare il contenuto sulle quattro facce della confezione.

Una delle prime aziende a sperimentare questa nuova confezione è l’azienda Torri, sita a Montepulciano

bib_torri_cantine

Differenziarsi dalla concorrenza, attraverso un packaging creativo, innovativo e sostenibile permette alle cantine di dar ancor più valore al proprio prodotto.  Prodotto che naturalmente, da Amantidivino, vogliamo sempre che sia buono oltre che bello! 

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