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Wine FAQ: 10 domande sul vino che non hai mai fatto, ma che vorresti fare

Produttori, enologi, sommelier e persino giornalisti di settore danno spesso per scontato che i consumatori – o i lettori in questo caso – conoscano il mondo del vino quanto loro. Ma spesso non è così, anzi.

È proprio la loro sete di conoscenza a spingerli a documentarsi e crearsi un proprio bagaglio esperienziale, che però assume valore nel momento in cui vengono date risposte a quelle domande che nessuno ha mai il coraggio di fare.

La regola numero uno, quando si tratta di apprendere, ordina che il pudore sia messo da parte. È meglio imparare qualcosa di nuovo piuttosto che fingere di saperlo già arrecando danno solo a se stessi. E se ti sfugge qualcosa, chiedi pure, ti risponderemo con piacere nei prossimi articoli.

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Quando e perché un vino si chiama Riserva?

Il termine “Riserva” può essere attribuito a un vino DOC o DOCG che è stato sottoposto a un periodo di invecchiamento, compreso l’eventuale affinamento, non inferiore ai due anni per i vini rossi, un anno per i vini bianchi, un anno per i vini spumanti ottenuti con metodo di fermentazione in autoclave e tre anni per i vini spumanti ottenuti con rifermentazione naturale in bottiglia.

Dicesi superiore, invece, un vino DOC o DOCG che…

è dotato di caratteristiche qualitative più elevate, con una regolamentazione più restrittiva che prevede una resa per ettaro delle uve inferiore di almeno il 10% rispetto alla tipologia non classificata con tale menzione. Inoltre un vino superiore deve avere un titolo alcolometrico minimo potenziale naturale delle uve superiore di almeno 0,5% vol così come un titolo alcolometrico minimo totale dei vini al consumo superiore di almeno 0,5% vol.

La differenza tra Metodo Martinotti e Metodo Classico?

Per dirla in breve un vino spumante ottenuto tramite Metodo Martinotti (dal nome del suo inventore) prevede che la rifermentazione avvenga in grandi autoclavi di acciaio a tenuta stagna, a differenza di quello Classico, dove ciò avviene in bottiglia.

La tanto nominata sboccatura, invece, è quando…

Il procedimento della sboccatura, che riguarda gli spumanti ottenuti con Metodo Classico, consiste nell’eliminazione, al termine dell’affinamento, dei residui dei lieviti morti. Il collo delle bottiglie, dunque, dove vengono fatte confluire tutte le particelle in sospeso, viene immerso a testa in giù in una soluzione satura di sali e a bassissima temperatura per far sì che si ghiacci la parte di vino contenente appunto le fecce, che verrà poi eliminata. A questo punto si procede con l’eventuale dosaggio e la tappatura definitiva, con tappo in sughero e gabbietta.

Quando un vino è millesimato?

Il termine millesimato indica che il vino in questione è prodotto a partire da uve di un’unica annata (almeno per l’85%), chiamata anche millesimo. Se, invece, si sono utilizzati anche vini di annate precedenti (sino a un massimo del 30%) si ha un sans annèe (S.A. in etichetta).

In che posizione si conserva il vino e perché?

Ho tanti amici che fino a poco tempo fa conservavano il vino in posizione verticale credendo erroneamente che in questo modo si evitasse il rischio di incorrere in un vino che sa di tappo. Le bottiglie si conservano in orizzontale proprio perché il tappo deve rimanere sempre a contatto con il vino all’interno, che lo renderà in questo modo umido ed elastico. Qualora il tappo sia sintetico o a corona ovviamente questa regola decade. Ma resta sempre valido il consiglio di conservare le bottiglie possibilmente in un luogo fresco, ma dotato di umidità, a temperatura costante tra gli 11° -15 °C, al buio e lontano da vibrazioni. Ecco il perché delle cantine.

Perchè le bottiglie hanno il fondo concavo?

Sono diverse le motivazioni di questa tradizione. La prima è una conseguenza necessaria alla fase della soffiatura del vetro, al termine della quale, per ottenere una maggiore stabilità della bottiglia, gli artigiani procedevano a dare tale forma. In secondo luogo si capì che grazie al fondo concavo i depositi del vino andavano a sedimentarsi ai lati, evitando di disperdersi in tutta la bottiglia. La terza motivazione riguarda gli spumanti, i cui contenitori evidenziano una concavità ancor più accentuata proprio per garantire una maggior resistenza meccanica alla pressione dei gas interni. Non da meno, grazie a questa forma, risulta comodissimo impugnare la bottiglia e versare il vino.

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Come si ottiene un vino rosato?

Il vino rosso si ottiene esclusivamente da uve a bacca nera, mentre quello bianco può derivare sia da uve a bacca bianca sia da uve a bacca nera, che verranno poi vinificate senza consentire alcun contatto tra mosto e vinacce. Ma se ti stai chiedendo se un vino rosato si ottiene dalla miscelazione tra vino bianco e vino rosso, la risposta è NO! Il sistema più utilizzato per produrre nettare rosato è quello che prevede una breve macerazione delle vinacce nella parte liquida del mosto. Poi esistono altri due metodi, ma meno utilizzati: il primo impiega uve a bacca nera poco pigmentate e povere di tannini e il secondo mescola in uvaggio uve a bacca nera a uve a bacca bianca. Ecco come nasce il vino rosa detto anche vino di una notte!

Quali sono i vitigni aromatici e come si riconoscono?

Sono quattro i vitigni che in Italia sono considerati aromatici e si distinguono da tutti gli altri per l’originalità e l’intensità del profumo: le uve moscato, le malvasie, i bracchetti e i gewurztraminer, che letteralmente significa appunto traminer aromatici. Riconoscerli è abbastanza semplice, poiché di norma sono molto intensi all’impatto olfattivo. E questa spiccata intensità è dovuta principalmente a un significativo contenuti di terpeni, ovvero delle sostanze aromatiche contenute nelle bucce degli acini

Si parla tanto di vini vegani. Ma non dovrebbero essere tutti così, visto che si producono con uva?

Non è scontato come sembra. Un vino per essere ritenuto vegano deve essere prodotto senza l’utilizzo di alcun derivato di origine animale e fin qui tutto è chiaro. Meno noto è che spesso, durante alcuni procedimenti di vinificazione, come la chiarificazione ad esempio, si utilizzano dei coadiuvanti o degli additivi di origine animale, quali l’albumina d’uovo, caseina e caseinati, colla d’ossa, colla di pesce e gelatina. Quindi, se desiderate bere vegano, leggete bene le etichette.

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