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Vino naturale, in Francia arriva il riconoscimento formale

Il sindacato del Vino Natuale insieme al Ministero dell’agricoltura francesce e l’Inao hanno messo a punto il disciplinare che ne permetterà la commercializzazione sotto la dicitura “vin mèthode nature”. 

Vino naturale, sì o no?

Vino naturale sì? Vino naturale no? Il vino non è di per sé naturale? Come si riconosce un vino naturale?

Sono solo alcune delle domande che, in questi ultimi anni, hanno gravitato attorno al connubio tra “vino” e “naturale”.  Questioni che tutt’oggi sono aperte, specialmente, in Italia dove sono sempre di più le aziende che si riconoscono in questa definizione di produzione pur senza avere un riconoscimento effettivo. 

In Italia (e anche in Europa), infatti, l’unica certificazione ufficialmente riconosciuta è quella del vino biologico (dal 1 agosto 2012 è entrato in vigore il nuovo Regolamento che, oltre a normare tutte le tecniche di vinificazione biologica, ha permesso di confezionare i vini dichiarando in etichetta “vino biologico” e non più “vino da uve biologiche” e la possibilità di utilizzare il logo europeo) per il resto, il “biodinamico” o appunto il “naturale”,  sono branchie di coltivazione regolamentate internamente, ma che non godono di alcuna certificazione in bottiglia.

Questo discorso, però, da qualche giorno non vale più in Francia dove, dopo anni di battaglie, i vignaioli naturali hanno ottenuto il riconoscimento formale da parte delle autorità francesi. E’ nata, ufficialmente, la dicitura “vin mèthode nature”.

I pilastri dello statuto

Fondamentale per il riconoscimento formale, la nascita nel novembre 2019 del Sindacato del Vino Naturale il quale, attraverso il portavoce Jacques Carroget, vignaiolo della Loira, ha intrapreso una collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e l’Inao – Istituto nazionale dell’origine e della qualità – conclusasi con l’esito tanto sperato.

Il nome – “vin méthode nature” –  è frutto di una mediazione, visto che il regolamento europeo vieta la terminologia “vino naturale”, e adesso la nuova denominazione sarà oggetto di un periodo di prova di tre anni.

Ma quali sono le linee guida produttive, e quindi le regole, che dovranno seguire i vigneron per meritare la certificazione? 

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Di seguito le 12 regole:

  1. Essere realizzati con uve (di tutte le origini: AOP, Vin de France, ecc.) 100% biologiche certificate Nature & Progrès, AB, o almeno il 2° anno di conversione AB.

  2. Essere realizzati con uve raccolte a mano.

  3. Essere fermentati con lieviti “indigine”.

  4. Non contenere additivi enologici.

  5. Non manifestare alcuna modifica volontaria della costituzione dell’uva.

  6. Non aver subito alcuna delle tecniche “traumatiche” come osmosi inversa, filtrazioni, pastorizzazione flash, termovinificazione ecc…

  7. Non contenere solfiti aggiunti (sans sulfites ajoutés) o un massimo di 30mg / l di SO2 (<30mg / l di sulphites ajoutés).

  8. Presentare la carta del “Vin Méthode Nature” a corredo dei loro vini durante le fiere alle quali prenderanno parte.

  9. Le bottiglie devono mostrare uno dei due loghi in base ai livelli di solforosa 

  10. Fornire a Nature un’autocertificazione Vin méthode su base annuale.

  11. Distinguere chiaramente i Vin méthode nature dai vini convenzionali se le cantine producono entrambe le “tipologie”.

  12. I produttori di Vin méthode nature si impegnano a rendere i loro dettagli pubblici e accessibili all’associazione.

Si tratta di un primo regolamento che sicuramente nel corso degli anni verrà migliorato e affinato, magari, seguendo delle linee guida comuni, possibilmente europee. Quel che è certo è che a questo primo passo apportato dai francesi ne potranno seguire molti altri, in primis nel nostro Paese dove il fronte del “vino naturale” è sempre più forte.

Tu che ne pensi di questo nuovo riconoscimento? E del vino naturale in generale? Commenta qui sotto oppure sui social con #amantidivino.

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