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Quando il vino è donna

Professioniste e winelovers: le quote rosa in costante aumento

Clichè messi da parte, nel 2021 possiamo dire che le donne apprezzano e conoscono il vino almeno quanto gli uomini. 

E se fino a qualche decennio fa era raro imbattersi in appassionate o esperte di settore, al giorno d’oggi le quote rosa stanno aumentando giorno dopo giorno. Agronome, enologhe, produttrici, sommelier, cantiniere ma anche tantissime winelovers che quando devono presentarsi a casa di amici non scelgono più di confezionare una classica torta, ma preferiscono perdersi tra gli scaffali dedicati a Bacco, cercando l’etichetta più azzeccata da abbinare alla cena.

Anch’io, del resto, ho un rapporto simbiotico con il nettare in questione e le capisco. Basta ai luoghi comuni, dunque, e alle scene stereotipate cui si assiste ogni giorno al ristorante (dpcm permettendo), quando il sommelier porge la carta dei vini all’uomo.

Se siete cavalieri, fate scegliere a noi: vi stupiremo.

L’olfatto femminile è più spiccato, parola di scienziato

Diversi studi scientifici portati a termine da ricercatori dell’Università di Rio De Janeiro hanno persino dimostrato come le donne abbiano un maggior numero di cellule nel bulbo olfattivo, ovvero la parte del cervello dedicata all’olfatto, scoperta che giustificherebbe dunque la maggior sensibilità femminile nel riconoscere profumi e odori.

Un altro dato a nostro favore emerso da sondaggi recenti conferma che la donna è naturalmente più aperta alla sperimentazione; se le proponi una novità – a patto che ne valga la pena e sia qualitativamente all’altezza delle sue aspettative – è ben felice di provarla e di ricredersi sulle convinzioni precedenti.

E poi è impossibile negare la nostra naturale propensione all’essere curiose, al metterci in gioco e al desiderio di scoprire nuove strade, anche nel mondo del vino.

Quando ai fiori si preferisce una buona bottiglia

In sintesi credo che non esista miglior dono di una bottiglia di vino, un pensiero che racchiude in sé dichiarazioni d’amore, d’amicizia e di stima senza eguali. Perché regalare del vino è come donare un’emozione, un ricordo e nella migliore delle ipotesi anche del tempo da trascorrere insieme.

É un’occasione per conoscersi meglio, confrontarsi ed entrare in confidenza. E questo a prescindere dal legame che vi lega. Che la destinataria sia moglie, madre, sorella, amante, fidanzata, amica, collega poco importa. Regalate del buon vino!

Che la destinataria sia moglie, madre, sorella, amante, fidanzata, amica, collega poco importa. Regalate del buon vino!

La scelta del vino giusto, quello che sorprende sorso dopo sorso

Fatte queste premesse mi sono permessa di selezionare 5 etichette, diverse per tipologia, zona e produzione (una bollicina, un bianco, un rosato, un rosso e un passito), che potrebbero entrare nel vostro cuore e, perché no, nella vostra cantina. Tengo a precisare che il mondo del vino – e per fortuna anche del vino di qualità – è ampio e variegato, per cui la selezione che andremo a proporre e descrivere nei paragrafi seguenti è solo una delle tante che potremmo fare.

La nostra mission, infatti, è quella di proporre di volta in volta argomenti nuovi, stuzzicando la vostra curiosità e la nostra voglia di sperimentare. E ora in alto i calici, si entra nel vivo della degustazione

Qualche idea per chi preferisce una bottiglia ad un fiore

La bollicina

Mattia Vezzola Cremant S.A. – Metodo classico

Vitigno: 100% Chardonnay del Lago di Garda

Un vino nato dalla volontà e dal piacere di dedicare la finezza del perlage e la sottigliezza della sua tessitura alla femminilità contemporanea, alla sofficità e leggerezza dell’armonia che accompagna lo spirito delle donne. 

Un’idea nata nel lontano 1984, quando l’enologo e titolare della Cantina, durante un viaggio a Venezia prese spunto dall’eleganza di una figura femminile di spalle, che volteggiando su altissimi tacchi a spillo, rapì la sua attenzione e quella di tutti i presenti. Una scena che Mattia Vezzola ha immortalato come solo lui sa fare: vinificando e spumantizzando uno dei vitigni più raffinati ed eleganti al mondo.

Il risultato è un nettare delicato, ma con le curve, caratterizzato da profumi dolci, ma complessi (frutta bianca matura, in maggior evidenza la pera, con finali di agrume e frutta secca), dati anche dalla fermentazione in botte, e bollicine estremamente fini. In bocca completa la sua presentazione, risultando ampio, avvolgente e generoso, con una acidità perfettamente integrata nella dolcezza dei suoi sapori di frutta ben matura

Il bianco

Elivià 2018 – Le Fiole

Vitigno: 100% Pinot Grigio

Restiamo in Lombardia anche per quanto riguarda la scelta del nostro vino bianco, che ricade su una perla di freschezza e sapidità prodotta nell’Oltrepò Pavese dall’azienda vitivinicola Le Fiole della famiglia Piaggi, che per restare in tema è condotta proprio da due donne, le sorelle Elisa e Silvia. In ogni etichetta che porta la loro firma si legge una storia di passione che si tramanda di generazione in generazione e trova conferma una volta che il vino giunge al palato. Oggi vi voglio raccontare di Elivià, un pinot grigio in purezza, che rispecchia appieno l’identità aziendale grazie a un evidente ed elegante tocco di femminilità.

Gli intenditori potrebbero riconoscere subito il vitigno osservando i riflessi ramati caratteristici del pinot grigio, ma poi verrebbero rapiti dalla piacevolezza del naso, con sentori di frutta a polpa gialla, esotica e fiori bianchi. Al gusto la complessità viene confermata e si aggiungono freschezza e sapidità, date dalla vicinanza con l’Appennino. In definitiva è un vino armonico ed equilibrato, con un lungo finale che richiama un altro calice e un altro ancora.

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Tormaresca Calafuria 2020 – Rosato Salento igt

Vitigno: 100% Negroamaro

Bistrattati o poco considerati in passato, i vini rosati negli ultimi anni, come dimostrano i consumi in costante crescita, stanno vivendo una vera e propria rinascita. Un buon vino rosato, infatti, mette d’accordo tutti per versatilità e piacevolezza. E anche se la Provenza resta il “mostro sacro” dei rosati, ci sono alcune zone in Italia che stanno lavorando molto bene in quella direzione.

Tra queste la vicina Valtènesi e la Puglia, entrambe vocate a questa eccellenza enoica tanto da essere diventate un punto di riferimento per alcuni festival di richiamo nazionale dedicati alla declinazione rosa del vino.

Tornando al Calafuria, che prende il nome da una delle 700 baie presenti in Puglia ed è ottenuto da uve 100% negroamaro coltivate in provincia di Brindisi, esso si presta a diventare compagno fedele di numerosi pranzi e cene, in particolar modo durante la primavera – estate per più di un motivo.

É un rosato delicato, piacevolmente fruttato, sapido ed ampio, capace di raccontare i profumi e i colori del territorio di produzione. Un vino che conquista già dal colore, un rosa fior di pesco, che ritroviamo anche al naso, ma qui si aggiungono anche sentori di pompelmo rosa, melograno, unite a delicate sensazioni floreali di glicine. Al palato è morbido, spicca per la gradevole freschezza, ben in equilibrio con la persistenza aromatica, seguita da una delicata sapidità.

Il rosso

IosonoDONATELLA Brunello di Montalcino 2012

100% Sangiovese

Per il mio brindisi in rosso ho scelto di andare in Toscana, in una delle zone più vocate alla produzione di vini di altissimo livello, a Montalcino, dove ha sede Casato Prime Donne, la prima cantina italiana gestita interamente da donne famosa in tutto il mondo per la qualità, la longevità e l’eleganza dei suoi Brunello. L’etichetta in esame prende il nome dalla titolare, la signora Donatella Cinelli Colombini, che solo nelle migliori annate decide di produrre questo vino in piccole quantità (circa 600 bottiglie). Un vino che matura in fusti di rovere di 5- 7 ettolitri e prima di andare in bottiglia sosta per sei mesi in un uovo di cemento nudo per ossigenarsi e diventare ancora più vellutato. Se avrete il piacere di degustarlo vi renderete conto che il risultato è un vino perfettamente armonico, con tannini setosi che accarezzano il palato e profumi di piccoli frutti rossi maturi che inebriano. 

Il Passito

Moscato Giallo Passito Sissi 2017

Vitigni: 85% Moscato Giallo, 15% Gewürztraminer

Pensi a passito e ti aspetti di prendere il volo per la Sicilia. E invece no, troppo banale come proposta. Voglio andare in Alto Adige per farti conoscere uno dei prodotti di nicchia della Cantina Merano, che prende il nome dall’ex imperatrice d’Austria Elisabetta “Sissi”.

Dolce e dorato, pastoso e persistente nel finale, questo vino deve le sue particolarità alla lunga maturazione delle uve (fino ad autunno inoltrato), ma anche alla presenza di muffa nobile che in caso di condizioni meteorologiche favorevoli si forma sugli acini, conferendo un aroma eccezionale che andrà a sommarsi a quello originale di noce moscata del Moscato Giallo e alle sfumature floreali e tropicali del Traminer Aromatico. E poi ancora note che richiamano gli agrumi, petali di rosa, albicocche e la vaniglia. Come dicevo poc’anzi… a ogni sorso ti sorprende.

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