Merano_Wine_Festival

Niente Merano Wine Festival: decisione saggia?

Dopo il Vinitaly e ProWeine anche il Merano Wine Festival è costretto a fare un passo indietro e a rinunciare alla propria edizione 2020. 

E’ notizia di qualche giorno che, a causa della nuova impennata dei contagi da Covid 19 e le conseguenti misure restrittive del governo e degli enti locali, anche la prestigiosa manifestazione altoatesina, in calendario dal 6 al 10 novembre, è stata rinviata al 26-30 marzo 2021, “in conseguenza alle nuove ordinanze per l’emergenza Covid in Alto Adige che, dal 19 ottobre, vietano tutti gli eventi pubblici, con somministrazione di cibo e bevande fino a fine novembre”.

Rinviata in presenza, ma non per quanto riguarda le iniziative online The WineHunter Helmuth Köcher, infatti, ha confermato (dal 6 al 10 novembre, come da programma), la versione digitale dell’evento sul canale WineHunterHub con la presenza dei produttori wine & food, gli showcooking e numerosi eventi trasmessi dal canale digitale che già da tempo era pronto ad accogliere la manifestazione per coloro che non avessero potuto recarsi a Merano.

In presenza, invece, bisognerà attendere la primavera, nella speranza che la situazione epidemiologica nazionale e internazionale migliori significativamente dopo l’inverno. 

Una decisione saggia? Per noi assolutamente sì! Del resto i dati nazionali sono in continuo peggioramento e una manifestazione come quella di Merano, alla quale partecipano migliaia di persone, seppur in presenza di un piano di sicurezza imponente approntato già da mesi e illustrato in ogni dettaglio, avrebbe rappresentato un rischio troppo elevato in questo delicato momento storico.

Vero, è un altro colpo che le aziende e i consorzi vitivinicoli sono costretti a subire, ma di fronte alla salute e al rischio contagio, riteniamo che ogni attività promozionale di grande rilevanza oggi non valga la pena.

Il mondo del vino non si è fermato

La precisazione di “grande rilevanza”, infatti, secondo noi è doverosa. Perché se è pur vero che , ad eccezione della Milano Wine Week (seppur ristrutturata anch’essa per l’emergenza sanitaria), tutte le più grandi manifestazioni enologiche nazionali sono state annullate in questo sciagurato 2020, allo stesso tempo quelle a carattere locale sono state portate avanti con grande attenzione e diligenza dando la possibilità ai produttori di poter rimanere “attivi” anche da punto di vista promozionale.

Ad esempio nelle ultime settimane in Lombardia hanno avuto grande successo, nel rispetto delle norme anti covid, sia il Festival Franciacorta che la manifestazione promossa dal Consorzio Valtènesi “Profumi di Mosto“.

In Trentino, “A tutto Teroldego”, anticipata da “A Tutto Marzemino” ha permesso di  dar vita  allo straordinario #trentinowinefest

In Piemonte a Belgirate (Verbania) gli addetti ai lavori hanno potuto scoprire oltre 200 etichette di spumanti durante l’evento “Che Bolle” mentre l’Ais dal 5 al 10 ottobre ha ospitato 6 giorni di degustazioni no-stop, con le annate 2016 di Barolo, 2017 di Barbaresco e l’anteprima delle riserve presentate a Ba&Ba.

Spostandosi più verso sud  si sono svolti a Firenze il 50ª Expo Chianti Classico, a Quinto (Roma) il  Vinòforum 2020 – Special Edition e a Montefalco (Perugia) Umbria – Enologica Montefalco.

Insomma, il mondo del vino, nonostante alcuni inevitabili impedimenti, è andato avanti e cerca di farlo tutt’ora con fiducia e determinazione. Del resto, i vignaioli sono una categoria che sa cosa vuol dire vivere nell’incertezza della “natura” (se il virus può considerarsi qualcosa di naturale) e quest’anno, come mai prima d’ora, hanno fatto della resilienza un marchio di produzione.

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