barricaia

La storia del vino barricato

Cosa significa vino barricato? S’intende quella tipologia di vino che per un periodo più o meno lungo ha svolto un affinamento in barrique

La storia della  barrique e del vino barricato

Il vino ha una storia antica e il vino barricato non è da meno. Prima di parlare di vino barricato, è necessario parlare di ciò che lo rende tale: la barrique.

La barrique è una piccola botte in legno, della capacità compresa normalmente tra 225 e 228 litri, in origine, era un’unità di misura di volume francese, pari appunto a circa 225 litri. 

La botte è lo strumento usato fin dall’antichità per produrre, conservare e trasportare vino. In realtà rima, prima della botte, specialmente sotto l’Impero Romano, venivano utilizzate le anfore (oggi ritornate di moda). Contenitori decisamente più fragili che potevano esser trasportati solo  grazie a numerose ed efficienti vie di comunicazioni. La distruzione, ad opera dei barbari, di queste vie,  portò alla ricerca di recipienti più resistenti e trasportabili. 

Così, dal Medioevo, la botte in legno prese assunse il ruolo di contenitore per trasporto e conservazione di vini ed alimenti vari. Particolarmente utile e comodo era anche il loro utilizzo per il trasporto via mare con tagli decisamente più grossi: da 200 – 500 – 800 litri.

Se oggi quasi la totalità delle botti e delle barriques sono prodotte in legno di rovere fino a 50 fa venivano utilizzati il castagno, l’acacia, il ciliegio, il frassino, tipologie di legno più facilmente disponibili. 

All’epoca il vino nel legno era solo una pratica legata al trasporto e non a scopi d’affinamento. Una volta approfonditi gli studi sull’influenza dei tannini ellagici nell’affinamento dei vini, ci si è resi conto delle caratteristiche organolettiche importanti in quelli di rovere e della loro bassa caratterizzazione sulle note di amaro.

Si è così sempre preferito il legno di quercia petrea o pedunculata, anche seguendo quella che era una ampia e comprovata tradizione francese.

Si giunge così ai giorni nostri dove l’uso delle barriques è sempre più diffuso, e l’utilizzo pratico sempre più supportato da accurati studi scientifici.

A differenziare la barrique dalle altre botti sono il materiale, le componenti che lo caratterizzano e la sua lavorazione: tecniche in continuo perfezionamento grazie al lavoro portato avanti e perfezionato da generazioni di bottai e viticoltori.

Il procedimento per ottenere una botte

Da un metro cubo di rovere si producono circa 6 barrique. Per creare una barrique sono necessarie 3 fasi: la stagionatura del legno, il taglio in tavole e la tostatura.

– La stagionatura:  il legno di rovere viene fatto stagionare all’aria aperta, esposto al sole e alla pioggia, per un periodo che varia dai due ai quattro anni: le piogge lo puliscono da una serie di particelle amare mentre il sole lo rende meno poroso, impermeabile e sprigiona i radicali liberi che favoriscono l’ossidazione del vino.

– Il taglio in tavole: la barrique è composta da 25/30 doghe unite tra di loro mediante dei cerchi di metallo.

Tostatura del legno:  prevede il surriscaldamento della parte interna delle doghe attraverso fiamma viva. Questo processo genera una serie di complesse trasformazioni chimico-fisiche fondamentali per la comparsa dei profili aromatici che saranno poi trasferiti al vino.

 

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Le caratteristiche del vino barricato

I vini barricati, ovvero quelli lasciati invecchiare lentamente in botti di legno in rovere, assumono delle caratteristiche organolettiche tipiche, più o meno marcate a seconda della durata del contatto tra il legno in rovere e il vino. 

Tipici sono i sentori tostati, dovuti al processo di tostatura raccontato in precedenza,  i quali si uniscono alle note di vaniglia, cocco, cenere e tabacco che derivano proprio dal legno. 

Detto della componente organolettica, la barrique influenza anche:

– il colore. Si stabilizza evitando fenomeni di invecchiamento precoce e di maderizzazione.

– una lenta e graduale micro-ossigenazione.

– la morbidezza. I tannini assumono contorni meno spigolosi 

– la complessità aromatica. Sia al naso che in bocca si sprigionano numerosi sentori

La complessità aromatica varia anche dal tipo di tostatura. Possono essercene di tre tipi:

  1. leggera: tempo di bruciatura 30 minuti, temperatura tra i 120° e i 130°; mette in evidenza leggere note vanigliate e preserva gli aromi varietali.
  2. media:  tempo di bruciatura 35 minuti, temperatura tra i 160° e i 170°; è caratterizzata da note vanigliate più intense, noce di cocco, mandorle caramellate e leggermente tostate.
  3.  forte: tempo di bruciatura 45 minuti, temperatura tra i 180° e i 190°; è caratterizzata da aromi affumicati e tostati. Si adatta a vini liquorosi e molto concentrati.

L’utilizzo della barrique spesso si riscontra nei vini rossi barricati, i quali per struttura e presenza di tannini si prestano maggiormente all’affinamento in botti

Sempre più spesso però si trovano anche vini bianchi barricati e spumanti che fanno un passaggio in botte. Per non parlare dei vini passiti.

Utilizzare il legno per affinare il vino è un procedimento storico e prestigioso, ma va ponderato a seconda del vitigno e della tipologia di vino. Non tutti i vini, infatti, sono adatti e non tutti gli AmantidiVino ne apprezzano l’eccessivo utilizzo.

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